Io ti amo! È solo colpa tua.
Un sonoro schiocco rimbombò sordo nella stanza. Silvia cadde a terra ripiegata su se stessa, mentre con una mano si reggeva la guancia gonfia. La pelle era diventata tutta rossa e l’anima bruciava di paura e di frustrazione. Lacrime silenziose le solcavano il viso, lenendo, con la loro innocenza, la parte offesa.
La presenza dell’uomo incombeva cupa come una cappa su di lei. Sapeva che era solo l’inizio, che lui non si sarebbe fermato.
Quello schiaffo, gesto vile e codardo, era solo il preludio a una sinfonia ben peggiore. Non era la prima volta, ormai era diventata storia quotidiana. Ma ogni volta era peggio, ogni volta diventava più violento. La donna era consapevole di sottoporsi a un’agonia.
Era iniziata poco dopo che erano andati a vivere insieme. Il mostro aveva ben presto calato la maschera, rivelando il suo vero essere. Eppure all’inizio sembrava dolce e premuroso. Lei si era innamorata perdutamente …
All’inizio si trattava di piccoli sfoghi verbali. La tensione, il lavoro, la casa … problemi che creavano nervosismo. Ma una buona compagna doveva saper capire il suo uomo, lo doveva supportare e, soprattutto, perdonare. Ogni volta i suoi sfoghi diventavano meno verbali e più fisici. Un giorno lei dovette mentire anche al poliziotto del pronto soccorso, dicendo che era caduta dalle scale, per non farlo arrestare.
Passerà … si ripeteva.
Ma non era più passato …
La donna alzò lo sguardo per vedere in faccia la persona in nome della quale si era completamente annientata. Era lì che l’osservava con un martello in mano. I suoi occhi erano fissi, le pupille dilatate. L’iride era sparita lasciando il posto a due buchi neri turbinanti di ira. Il volto era reso deforme da una smorfia indescrivibile.
Lei avrebbe voluto urlare, chiedere aiuto, far finire tutto. Ma non ne ebbe il coraggio, perché, paradossalmente, amava ancora quell’uomo. Se solo avesse avuto il coraggio di capirlo e fermarlo prima … Ma l’amore, o meglio l’illusione dell’amore, porta a fare cose folli. Induce al silenzio.
Silvia non trovò mai il coraggio di far arrestare il suo carnefice, perché l’unica cosa che desiderava era solo essere amata da lui.
Calò la testa in segno di resa, voleva solo che tutto finisse. I capelli le coprirono il viso, evitandole di continuare a vedere quegli occhi iniettati di ira. Lacrime copiose bagnarono il pavimento. Silvia non sentì nulla, percepì solo lo spostamento nell’aria della mano che calò violenta su di lei. Un rumore simile a un uovo che si rompe e poi il silenzio …