Rawda (Egitto) – Nuovo attentato terroristico in una regione del nord-est della penisola del Sinai. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che, durante la consueta preghiera del venerdì in una moschea della città di Rawda, siano esplosi vari ordigni collocati precedentemente all’interno del luogo di culto. Subito dopo le deflagrazioni, sulla folla che provava a scappare dalla moschea, è stato aperto il fuoco da un gruppo ancora non identificato di jihadisti. Da alcune ricostruzioni, come quella di Ahmed Al-Ansary, funzionario dei servizi di soccorso, citato dal “Daily News Egypt”, i terroristi avrebbero sparato addirittura sulle ambulanze arrivate a prestare i primi soccorsi alle vittime dell’attentato. Secondo l’agenzia di stampa di Stato “Mena” ci sarebbero stati ben 184 vittime e oltre 100 i feriti, in quello che può essere definito uno dei più crudeli attentati del paese.
Gli ospedali della regione hanno proclamato lo stato d’emergenza, in particolare quelli della zona di Bir Abed, che hanno richiesto l’intervento del governo egiziano. Secondo quanto riferisce il quotidiano egiziano “al Ahram”, il ministero della Salute, in risposta a questa richiesta, avrebbe inviato sul luogo almeno 50 ambulanze.
Il presidente egiziano al-Sisi ha immediatamente indetto una riunione d’emergenza dello stato maggiore e del governo, per avviare le prime procedure d’emergenza e per cercare di individuare la matrice terroristica responsabile dell’attentato, che per il momento rimane ignota, visto che nessun gruppo jihadista ha rivendicato il folle gesto.
Purtroppo l’area del Sinai non è nuova a questi gesti di terrore, da quando nel novembre 2014 Ansar Bait al-Maqdis, organizzazione jihadista egiziana, ha dichiarato la sua affiliazione al califfato islamico, trasformando la penisola del Sinai in una provincia dell’Isis.
(Articolo pubblicato su Notizie Italia News.)