Sempre di più sta crescendo, nel nostro bel paese, la percezione che la sicurezza pubblica e privata stia diminuendo giorno dopo giorno. Ormai un italiano su tre ha la certezza di vivere in un paese poco o, addirittura, per nulla sicuro. Questa insicurezza, ormai endemica, è legata alla presenza sempre maggiore di stranieri nel nostro paese. Molti italiani, infatti, sostengono che l’arrivo sempre maggiore di stranieri in Italia abbia alzato di molto la percentuale di reati commessi.
Ma le cose stanno veramente così?
Sicuramente, negli ultimi tre anni (Grafico n. 1 triennio di riferimento 2014-2016, dati ISMU-Viminale) c’è stato un forte aumento di sbarchi sulle nostre coste, sbarchi che hanno superato anche le 180.000 unità nel 2016. Ma questa crescita esponenziale di rifugiati e richiedenti asilo, sul nostro territorio, ha veramente innalzato il numero di crimini?
Come si può evincere dai dati ISTAT (riportati nel grafico n.2), quasi tutti i reati più diffusi, come furti, rapine, danneggiamento e simili, sono in netta diminuzione nel triennio 2014-2016, mentre, nello stesso periodo, gli unici crimini a registrare un forte aumento sono i reati informatici e le truffe. Crimini difficilmente ascrivibili a rifugiati e richiedenti asilo.
Ma allora perché un italiano su tre ha la percezione che il crimine sia in aumento e soprattutto che sia imputabile agli stranieri?
I motivi di questo crescente timore verso lo straniero, sono riconducibili a due grandi fenomeni. Il primo è una sovraesposizione che i media e gli organi politici danno dei crimini commessi dagli stranieri, rispetto anche a quelli commessi dagli italiani. Sovraesposizione dovuta a motivi di marketing per i media e di perenne campagna elettorale per gli organi politici. Un fenomeno che ha portato ha una percezione distorta della realtà. Infatti, se oggi si vede uno straniero che delinque per strada, a causa di questa sovraesposizione, automaticamente si è portati a pensare che ogni straniero sia un potenziale criminale.
Il secondo fenomeno è da imputarsi, invece, a un cambiamento repentino del nostro tessuto sociale che, dagli inizi degli anni duemila a oggi, ha visto un progressivo aumento degli stranieri, con un picco enorme nel trienni 2014-2016, come abbiamo potuto vedere dai dati riportarti nel precedente grafico n. 1. Infatti, se fino alla fine degli anni novanta in Italia la presenza degli stranieri era pressoché nulla, dal duemila in poi ci si è dovuti rendere conto, velocemente e senza poter metabolizzare il cambiamento, che la nostra società moderna è una società sicuramente plurietnica e plurireligiosa e non più monoculturale e monoreligiosa.
Ma allora come si può affrontare questo crescente e incontrollato timore dello straniero?
Sicuramente attraverso una più attenta e puntuale campagna d’informazione, mirata alla valorizzazione delle opere compiute dagli stranieri e alla necessità che il nostro paese ha di loro, sia dal punto di vista lavorativo che sociale. Ma anche smettendo di strumentalizzare il fenomeno “immigrazione” per fini politici e di marketing.
(Articolo pubblicato su Notizie Italia News.)